(Scorri per la versione italiana del testo)

For processed electric guitars.

Titles: Survey of tides / The houseboat / Passing through / Traces of lost creatures / Sounding dephts / Into the wilderness / Lost in the multicolour blizzard / In the valley of the giants / A liquid way in the atmosphere / Turn into dust / Untitled... aprèslude.

From conversations / "Music, not music... Sometimes, while recording, I would wonder about that. I'd say to myself, 'I have a guitar in my hand, I could get a note out of it, but instead, I get a rustle, a thud, a bubble. Why is this a yes and that a no? What's the difference?' Is music more of an attitude? The phrase 'this is not music, it's noise' explains the concept to me quite well: it depends more on 'how' we are listening and what our expectations are rather than the 'what'.
You asked about titles. Try to think of them as places of the mind. The night I started the recordings, I had 'La Mer' by Debussy in mind, I must have listened to it in the days before. 'From dawn to noon on the sea, Play of the waves, Dialogue between the wind and the sea'... But what is it really about? What is being described isn't what passes before our eyes, but our perception in contact with something or the idea of something.
[…] Take a title like 'Nel deserto (Into the wilderness),' the music isn't the desert. As it is, it's a biblical reference: 'Then Jesus was led up by the spirit into the wilderness to be tempted by the devil.' (Mt. 4.1). It's more about a sense of blindness and hallucination in silence, a reaction to a desert where the desert is seen outside of you, but it's an inner place. Lost as in a desert: we see the desert outside, but the perception of this desert is completely ours and it might not follow a harmonious path (hence, perhaps, the occasional question of whether it is music?). I'm not playing sand, that's what I mean; the desert is an idea that can be populated with many different things.
[…] You wrote to me about pulsations. Actually, being the central piece, anatomically I believe that's where the heart of the album lies; the pulsations must be felt more strongly.
[…] Another piece: 'Nella valle dei giganti (In the valley of the giants).' It was as if I felt someone around me asking, 'But where are the giants?' I had this prairie of electronic sounds and truly knew that something gigantic had to be there, maybe somewhere else or in another time, I had no idea if it had passed by there, perhaps not. I didn't describe giants, but the perception of a place in my head to which I wanted to give the name 'Valley of the giants' and the feeling of fear and caution it provoked in me. Similar reasons gave birth to the other titles.
[…] The choice of balances was a consequence of what was said before: it's not a sound engineer's mix, where everything has its space. Here there is space, and within this space, sounds are carried by unknown currents that suddenly, as they brought these sounds, can make them disappear. I can give you the example of dreams, where you sometimes want to grasp or prolong a moment, continue living a situation, but suddenly the scene changes, the face of the person you were talking to is no longer the same or it has remained the same, but the person carrying it has changed, you know it's someone else. Sounds in a space carried by unknown currents, they are probably the current themselves... that's the idea. I'm not saying that the technical aspects were secondary, on the contrary, I experienced it as a very 'technical' album, full of problems that needed solutions."

This album has been mastered preserving its full dynamic range. Bandcamp doesn't use normalization on audio, so this record could sounds quieter than some. For full enjoyment simply turn up the volume!

Don't forget to check out the official Cantet Music website to see the complete catalogue of releases: www.cantetmusic.com

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ITA

Da conversazioni / “Musica, non musica... A volte, registrando, me lo chiedevo. Mi dicevo: “Ho in mano una chitarra, potrei ottenerne una nota e invece ne ottengo un fruscio, un colpo, una bolla. Perché questo sì e quest'altro no? Qual è la differenza?”.
Musica non è più che altro un'attitudine? La frase "questa non è musica è rumore" secondo me spiega abbastanza bene il concetto: dipende più dal "come" stiamo ascoltando e da quali sono le nostre aspettative che dal "cosa".
Mi chiedevi dei titoli. Prova a pensarli come dei luoghi della mente. La notte che ho iniziato le registrazioni avevo in mente "La mer" di Debussy, devo averlo ascoltato nei giorni precedenti. "Dall'alba al mezzogiorno sul mare, gioco delle onde, dialogo del vento e del mare"... Ma di che si tratta in realtà? Quello che viene descritto non è ciò che passa sotto gli occhi, ma la nostra percezione a contatto con qualcosa o l'idea di qualcosa.
[…] Prendi un titolo come "Nel deserto", la musica non è il deserto. Così com'è si tratta di una citazione biblica: "Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto per esser tentato dal diavolo." (Mt. 4.1). E' piuttosto un'idea di accecamento e allucinazione nel silenzio, una reazione a un deserto in cui il deserto lo vedi fuori di te, ma si tratta di un luogo interiore. Perduti come in un deserto: il deserto lo vediamo fuori, ma la percezione di questo deserto è completamente nostra e non è detto che segua un percorso armonico (da qui, forse, il chiedersi talvolta se si tratti di musica?). Non sto suonando sabbia, questo voglio dire, deserto è un'idea che può essere popolata di molte cose diverse.
[…] Mi scrivevi delle pulsazioni. Effettivamente, trattandosi del pezzo centrale, anatomicamente credo che lì si trovi il cuore dell’album, le pulsazioni devono sentirsi più forte.
[…] Altro pezzo: "Nella valle dei giganti". Era come se sentissi qualcuno intorno a me che domandava: "Ma i giganti dove sono?". Io avevo questa prateria di suoni elettronici e davvero sapevo che qualcosa di gigantesco doveva esserci, magari da un'altra parte o in un altro tempo, non avevo idea se fosse passato di lì, forse no. Non ho descritto giganti, ma la percezione di un luogo nella mia testa a cui ho voluto dare il nome di "Valle dei giganti" e della sensazione di timore e circospezione che mi ha provocato. Ragioni simili hanno dato vita agli altri titoli.
[…] La scelta dei bilanciamenti è stata una conseguenza di quanto detto prima: non è un mix da tecnico del suono, in cui ogni cosa ha il suo spazio. Qui c'è lo spazio e, in questo spazio, dei suoni, trasportati da delle correnti sconosciute che d'un tratto, come hanno portato questi suoni, possono farli scomparire. Posso farti l'esempio dei sogni, in cui capita di voler afferrarre o prolungare un momento, continuare a vivere una situazione, ma d'improvviso lo scenario cambia, il volto della persona con cui stavi parlando non è più quello oppure è rimasto lo stesso, ma la persona che lo porta è cambiata, sai che è un'altra. Suoni in uno spazio trasportati da correnti sconosciute, probabilmente sono essi stessi la corrente... questa è l'idea. Non sto dicendo che gli aspetti tecnici fossero secondari, al contrario, l'ho vissuto come un album molto "tecnico", pieno di problemi che avevano bisogno di soluzioni.”

Questo album è stato masterizzato preservandone l'intera gamma dinamica. Bandcamp non utilizza la normalizzazione dell'audio, quindi questo disco potrebbe suonare ad un volume più basso rispetto ad altri. Per apprezzarne l'ampiezza e varietà dinamica il consiglio è uno solo: alza il volume!

Non dimenticare di visitare il sito web ufficiale di Cantet Music per vedere il catalogo completo delle pubblicazioni: cantetmusic.com